Dalle strade alle scuole, per poi ritornare alle strade. Allargare il cerchio, raggiungere nuovi giovani per diffondere la spirale d’amore ed espandere il più possibile la trama del nostro filo rosso. E’ ciò che mi ha da subito conquistato del progetto scuole che come gruppo Legàmi portiamo avanti da due anni scolastici. In un mondo troppo spesso intriso di pregiudizi e muri eretti per mancata conoscenza delle altre realtà, noi proviamo a costruire un ponte. Una corsia preferenziale attraverso cui arrivare ai giovani che ancora credono in un futuro diverso ed invitarli a conoscere la grave marginalità. Non solo: una via attraverso cui instillare dubbi, suscitare domande, curiosità, gettare un seme che, anche se non dovesse diventare frutto nell’immediato, può restare saldo nei cuori dei giovani, nell’attesa del momento migliore per sbocciare.
Succede veramente. Succede perché non è assolutamente vero che i giovani sono persi nei propri pensieri e disinteressati a tutto ciò che sta fuori. Succede perché la fiamma dentro di loro ha solo bisogno di un po’ di vento che soffi nella direzione giusta, per divampare. Nei primi due anni di incontri ho sentito ragazzi delle superiori raccontarci perfettamente lo stereotipo che tutti, me compreso, prima di conoscere Legàmi, hanno della persona senza dimora.
Li ho visti, poi, trovarsi faccia a faccia con alcuni di loro, senza saperlo e senza immaginare neanche lontanamente la realtà dei fatti. Li ho osservati, con un mix di soddisfazione e speranza, cambiare espressione ascoltando i racconti dei nostri amici di strada, immaginando che qualcosa stesse cambiando anche dentro di loro. Ne ho avuto la prova poco dopo, grazie ai loro rimandi: parole come riscatto, forza, dignità, sono uscite spontaneamente a ogni incontro.
Ne ho avuto la prova poco dopo, grazie ai loro rimandi: parole come riscatto, forza, dignità, sono uscite spontaneamente a ogni incontro.