in questi giorni parla spesso della sua infanzia durante la guerra forse perché chiuso in casa si trova più frequentemente a pensare e forse perché non sente più tanti racconti felici su ciò che accade nella vita da noi e da chi andava a trovarlo.. e ha fatto una sorta di paragone tra questa situazione e la guerra dicendomi: "Però noi sentivamo tanto rumore, ora è tutto silenzioso e invisibile invece". Mi ha colpito un sacco questo contrasto e mi ha fatto ripensare all'ultimo giorno fuori casa a giocare a basket in un campetto cercando di tenere le distanze da due amici.
Già quel giorno le persone in giro sembravano fantasmi lontani che non potevano raggiungermi e mentre giocavo ero contenta ma allo stesso tempo mi guardavo attorno come se mi vergognassi di star ridendo, di star correndo perché inconsciamente sentivo che tutto era già fermo e avvertivo la discrepanza con la vitalità che nonostante tutto stavo assaporando. E parlando di vitalità non ho potuto non finire a pensare a legàmi!
Pensavo che ovviamente in primis viene il rispetto delle norme e il dovere che ci chiama ad assumerci responsabilità, ma che mai dobbiamo perdere la vitalità, il nostro spirito perché è la nostra identità.
Pensavo al percorso di formazione per creare la Carta di Legàmi e a tutti i momenti che ora mancano, ma che stiamo riuscendo a riplasmare secondo le possibilità del momento. E penso che non me li voglio perdere e a quanto saremo ancora di più acqua viva quando avremo nuovamente la possibilità di correre liberi.