stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva gridava: …” Una scena di massa per la Domenica delle Palme in tempo di Quarantena. La immaginiamo accalcata sulla strada di ingresso a Gerusalemme. Persone tanto diverse che si trovano lì per motivi diversi. Che cosa stanno cercando? O forse è una specie di umore di massa che spinge ognuno all’esaltazione di quello strano tipo a cavallo di un’asina. Lo stesso umore che porterà ad urlare “Crocifiggilo!”.
L’umore di massa lo conosciamo bene anche nella nostra vita, specialmente quando ci sentiamo smarriti e in balìa delle circostanze. Ci viene in mente il quadro di Ensor: L’entrata di Cristo a Bruxelles. Tutti sono lì per lui, ma lui è quasi invisibile, uno di tanti, nessuno gli presta attenzione. È soltanto un evento di massa. Ma allora chi o cosa sta osannando questa folla? Colpisce che la processione sia “inquadrata” sotto a striscioni e manifesti che inscatolano in qualcosa di già determinato una proposta che in realtà è originale, sconvolgente, nuova.
Questo Vangelo (Mt 21,1-11) pone a tutti una domanda forte: chi aspettiamo nella nostra vita? Quando arriverà, ce ne accorgeremo? O inquadreremo la svolta nel già visto, già sentito, già provato?