un tempo che mi porta a guardare i legami più a fondo, a capire e trovare il vero elemento che li crea, dare spazio all'ascolto e gioire nel sapere semplicemente che l’altro sta bene.
È stato un tempo in cui gli occhi i bambini della casa di accoglienza dove lavoro, mi hanno interrogato: “Perché non posso vedere la mia mamma , se ha solo un po’ di febbre?”. Sguardi impauriti eppure, in un disegno, il tratto della speranza, lo sguardo nuovo di un bimbo: il virus disegnato come un mostro che apre la bocca e ha i colori vivi e forti dell’arcobaleno… Wow! Il suo sguardo cambia e ti dice: “Mi affido a te!”
È, al momento, un tempo che porta pensieri, domande e paure. Un tempo che costringe a stare, riscoprirsi e ricercarsi, io come persona, io come sorella in una casa in cui cammino insieme nella fede con altre due amiche, sorelle!
Rischio di perdere quello sguardo di affidamento che mi ha donato un bambino, ma per vincere il rischio serve sempre fare memoria nel cuore, per confermare che, anche nella fatica, non sono sola!