Figli di una promessa

di Marco
Figli di una promessa

Come fare

allora in questo tempo strano? È forte la tentazione di rimandare tutto a “quando sarà finito”, a vivere questo periodo come una bolla che si può far sparire dalla memoria. A fermarsi nell’inerzia, in tutte le cose che non vanno, sulla fatica. Il credere passa in secondo piano, dimenticato in attesa di tempi migliori.

Eppure abbiamo bisogno di credere. Abbiamo bisogno di ricordarci che, ancor più in un momento come questo, siamo figli di una promessa buona. Che esiste un Dio che ci vuole rendere felici. Abbiamo bisogno di mettere la realtà che viviamo di fronte a Dio, di poterci arrabbiare con lui per quando il male sembra onnipresente. E di cogliere anche qua e là sparsi i germogli di un bene che magari rimane sottotraccia, ma non smette di pulsare. Abbiamo bisogno di credere insieme. Abbiamo bisogno che il credere sia partecipare, anche in questo tempo.

Nasce da qui l’idea di incontrarci ogni sera per una preghiera via Skype. Un momento semplice, qualche volta una Compieta, altre volte una preghiera pensata a turno da una famiglia. Non importa tanto come, importa che credere rimanga una esperienza comunitaria.

E vi posso assicurare che è proprio bello, alla fine di ogni giornata, darsi quei dieci minuti o quella mezz'ora per ripetere le parole di un salmo, leggere il Vangelo del giorno, ascoltare un canto alla chitarra che arriva, dolce, e che tutte le volte mi fa commuovere.