Accolta

di Alice - 2° UC Liceo Teresa Ciceri, Como

Nel corso di quest’anno scolastico ho avuto la fortuna di poter partecipare a questo progetto, proposto dai miei professori. Devo dire che prima dello svolgimento di questo progetto ero un po’ scettica, soprattutto perché pensavo fosse uno di quegli incontri dove cercano di “incultarti” un determinato pensiero o ideale. Cercano di cambiare i tuoi valori. O comunque pensavo fosse un’esperienza che non mi avrebbe toccato molto… più come una delle cose scolastiche in cui ti descrivono dettagliatamente una determinata realtà, ma senza farti provare delle emozioni. Invece quando è cominciato l’incontro sono rimasta positivamente colpita: mi ha emozionata, trasportata e fatta maturare. Nonostante io abbia ricevuto un’educazione molto realista dai miei genitori (mi hanno sempre mostrato la vita, con tutte le sue difficoltà, senza nascondermi e mettermi in una sorta di bolla), io ho sempre avuto una paura nei confronti della realtà dell’emarginazione. Mi ha sempre fatto paura, senza un motivo preciso.

Forse perché non la conoscevo davvero, perché vedevo in giro camminando persone in quella situazione e il loro aspetto esteriore mi colpiva e spaventava. Invece ho capito che non devo provare questo tipo di emozioni. Così come non devo provare pena, perché ho capito che provare pena non è positivo. Sono persone come me, persone che hanno sofferto tanto e probabilmente continuano a soffrire. L’incontro mi ha fatto riflettere tantissimo e soprattutto la parte della testimonianza. M. è stato semplice e mi ha portato nella realtà in cui vive con una semplicità che mi ha colpito tantissimo.

Altri valori che mi hanno colpito tanto e che desidero acquisire anche io, sono stati quelli delle ragazze che hanno parlato con noi: si vedeva proprio la dedizione, l’amore che mettevano nell’aiutare gli altri. Così ho deciso di partecipare ad uno degli incontri di sera e non scorderò mai il momento in cui sono arrivata lì con una mia compagna di classe. Le persone anche se non mi avessero mai vista mi hanno accolta e mi hanno fatta sentire parte di qualcosa.

Il fatto che si chiami legàmi è perché si creano dei legami con le persone in situazione di emarginazione, ma ho avuto la possibilità di sentirmi legata a loro nonostante non li conoscessi. Dell’incontro serale mi ha colpito molto anche il momento in cui abbiamo visto e incontrato queste persone. Sono molto grata per aver avuto questa opportunità.