LA SINTESI DELL'ANIMA
Un percorso per ri-conoscersi
Un logo è la sintesi massima dell’anima che rappresenta. L’anima di Legami è un’orchestra di desideri, aspirazioni, aspettative, bisogni e talenti diversi. Uno spartito di anime profondamente diverse: le nostre. Così quello che abbiamo fatto non è stato realizzare un logo, ma proporvi un percorso da fare insieme. Ciascuno nella sua anima, ma insieme.
Semplificare, fare spazio
Anche il nostro caro logo che tutti conosciamo ha intrapreso un percorso per stare al passo, per crescere insieme a noi. Un percorso per fare chiarezza, per semplificare, per fare spazio. Lo spazio libero chiama ciascuno di noi a mettersi in gioco. E se è vero che ciò che conta è l’amore che ci metti, allora aumentiamo l’intensità dell’amore.
È nato un logo semplice, una parola scritta come tante, che si confonde tra le altre. Proprio la sua semplicità permette alla “à” di emergere. La “à” rappresenta quello che ci metti tu. Imperfetta, disegnata a mano, autentica, che rende il tutto dinamico e imprevedibile. L’accento – l’intensità, la cura - è proprio lì.
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Tutte le à
Un nodo riduce la distanza del nostro legame, mi fa più vicino @ te.
Legàmi è un luogo di sorrisi in amicizia. Ma sembra anche un profilo: rimanere sempre umani, con il volto rivolto verso un altro volto, alla relazione faccia a faccia.
Tutto parte dal centro l'amore vitale inzia da lì, ma non si può fermare lì. L'amore ricevuto si diffonde verso e per gli altri. Senza mai dimenticare, lo sguardo rivolto al cielo!
La lettera “a” prima dell’alfabeto, origine di ogni cosa e principio di un legame. Tutto parte dalla Sua Parola: ”Voi siete la luce del mondo”, una “a” simbolo di luce che abbraccia l’altro senza rinchiuderlo in rigidi schemi, lasciandolo libero di farsi accogliere, accompagnare, ascoltare e amare. Una “a” che dona amore ed è sempre aperta e disponibile ad accogliere ciò che i fratelli gli donano.
L’accento come un tetto che ci protegge. Non necessariamente un tetto fisico. Ma un tetto fatto di persone, pensieri, affetto.
La venatura di una foglia che viene portata a posarsi sulla “à” da un alito di vento. Una foglia che rappresenta ognuno di noi ed il suo percorso di vita, insieme alle altre foglie della chioma perché, come dice il Papa: “Nessuno si salva da solo”. Il vento rappresenta il soffio vitale dello Spirito. Un logo che ognuno percepisce come proprio, sentendosi chiamato e voluto! Che lascia sempre uno spazio per qualcosa di nuovo e soprattutto per qualcuno di nuovo.
La mia "à" è incompleta, manca un pezzo fondamentale: quello che fa capire chi è veramente. Senza l'aiuto degli altri non può essere quello per cui è stata veramente creata. La "a" di amore, amicizia, aiuto, ascolto, attesa, accogliere, abbraccio, ardere, autentico. È una "a" con le braccia tese verso l'altro, per aiutare ma anche per essere aiutato, per accogliere ma anche per essere accolto, per abbracciare ma anche per essere abbracciato, per amare ma anche per essere amato, perché di entrambe le cose abbiamo bisogno. Infine l'accento sopra la mia "a" ha la forma di un sorriso poiché senza questo tutte le cose dette sopra non hanno un senso: è la prerogativa per far sì che questa sia una "a" vera, autentica, umile che forma tutte le parole indispensabili scritte prima.
Più accenti che esaltano la diversità come valore aggiunto. L'importanza di riconoscere le differenze e al contempo risaltare l'unicità di ognuno. L'accento è sulla custodia, sull'essere custode, shomer in ebraico che significa vigilante, custodire, e rimanda alla scena in cui Caino, in risposta alla domanda di Dio “dove è tuo fratello?” risponde con un'altra domanda “sono forse io il custode di mio fratello?”. La cura dona vita, la custodisce.
La mia “a” è genuina, semplice e chiara. Creata senza pensarci troppo. Rispecchia il mio carattere e quello delle persone che mi circondano perché non esistono legami più belli di quelli nati spontaneamente e cresciuti tra persone limpide e aperte. Il mio accento, poi, punta verso l’alto perché è quello il posto dove tutti i legami dovrebbero arrivare: in alto, dove risiede il miglioramento personale e dell’altro.
Simile ad una Corona che dà importanza, dà un valore ed un significato, come al percorso intrapreso e alle persone che incontriamo. Sempre pronti ad ascoltare e mai ad elevarsi sopra agli altri.
Una rotondità, una verità rotonda. Verità perché con questa lettera inizia la parola greca “alétheia”: ovunque andiamo ritorniamo sempre al passaggio obbligato della nostra essenza (Cristo, i legami, l'amore). Poi l’accento: circonflesso, che viene sempre dal greco. Come un mare che sta sopra di noi e ci racchiude, come un cielo. Ma più vero del cielo, perché l'acqua è tangibile: siamo tutti nello stesso mare. E così la nostra particolarità per me diventa l'essere uniti perché siamo nel mondo, l'essere fratelli.
Una “à”, una vocale. Una lettera così semplice, ma così fondamentale per poterci esprimere. Le vocali, 5 lettere che permettono di dare suono alle nostre parole.Il dialogo è alla base di Legami. Una relazione che parte proprio dalla scelta di raccontarsi. Così noi proviamo a batterci per dare voce a chi voce non ha, a chi spesso non viene ascoltato. E poi l’accento. Una piccola linea carica di potere, in grado di trasformare le parole e di darle un significato preciso.
Ascolto, di Amore, di Amicizia, un cerchio con un'apertura e una gamba che viene tesa verso l'altro. E poi un accento, a porre l'attenzione, a dare maggior tono e importanza. Il nostro logo ha un valore in più: la semplicità, che è parte di noi. Così come lo è il tocco che ognuno di noi dà. Ognuno di noi mette un po' del suo e rende Legami quella cosa meravigliosa che è. Diffondiamo la nostra “à”! Amo questo logo nostro.
Angelo, Avidità, Amore, Arido, Ateismo. Ciò che determina il significato di una parola non si esaurisce con l’iniziale, ma emerge andando avanti e scavando in profondità: leggere le altre lettere.
La nostra “à” va a riempire uno spazio lasciato libero. Un vuoto che è una domanda in sospeso, che aspetta solo di essere riempita a mio modo, che non chiede altro, che non chiede nulla di più. La mia “à” è uno specchio che troviamo nell’incontro con l’altro. Perché nel lasciarci incontrare ci scopriamo a nostra volta, ci riconosciamo figli e fratelli. Uno sguardo libero e semplice del fratello ci mette faccia a faccia con la nostra povertà.